martedì 15 settembre 2015

Trail Matildico.

Prima che il Comitato per il sostegno dei podisti in crisi deliberi un finanziamento a mio favore finalizzato all'acquisto di una nuova canotta, desidero comunicare che la " Ventasso Black 2013" è stata da me adottata come maglia da gara ufficiale  sino alla sua  consunzione totale, che mi auguro avvenga al più presto, in memoria dell'unico (sinora) mio ritiro, avvenuto appunto in tale gara.
Detto questo, torno al titolo.
Appena archiviato con soddisfazione il Trail Golfo dei Poeti e verificato che le gambe eran tornate utilizzabili per la causa in tempo ragionevole, mi immergevo nella settimana di allenamenti propedeutici  all'allungamento della falcata da geisha che mi son ritrovato al termine della lunga inattività. Non che io abbia mai brillato per eleganza in corsa, anzi, però un minimo di efficienza per non esser scambiato per un ballerino di tip tap a causa della frequenza dei passi, questa si, la vorrei raggiungere. La  liturgia podistica della settimana prevedeva  come celebrazione domenicale una sgambata  dalle caratteristiche perfettamente rispondenti, appunto, al Trail Matildico: amen.
Salvarano è a due passi, il parcheggio ben organizzato e sorvegliato   da un  corpo di polizia cartonato che coaudiva gli organizzatori. Una camminata per formalizzare le iscrizioni "ed è subito ora",  come diceva quello, o Quasi.
Via alla spunta, mentre the fabulous team prende posto im coda per la non competitiva, e si parte. Percorso veloce e nervoso tra le colline reggiane, si va verso il parco di Roncolo. dove si scollina per ridiscendere verso Mandarino e risalire verso il Parco di Montebello da cui parte il trampolino verso il gonfiabile. Descrizione frenetica e concisa, proprio come la gara, poco tempo per tirare il fiato ma abbastanza da poter  apprezzare i bei paesaggi baciati dal sole giusto per il tempo della manifestazione. Anche oggi non poteva mancare l'episodio fantozziano: in vista del traguardo la cui corsia era delimitata da una serie di birilli la cronometrista urla  "Filippo!  Fuori dai birilli!"
Diligentemente cambio corsia e lei, ancora strillando "ma dove vaiiii??? Rientra in corsia!!"  
Svelato l'arcano: Filippo era un ragazzino, probabilmente il figlio,  che ciondolava tra me e il traguardo, impedendo  di vedere il mio pettorale in lontananza,  nessun danno ai fini del prestigioso piazzamento...ma niente foto finale!
Bella garetta, unico rammarico non aver partecipato al mini vertical  disputato subito dopo,  sembrava estremamente divertente.
Buone, lunghe, e soprattutto ininterrotte corse!

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