Visualizzazione post con etichetta 40 chili di storia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 40 chili di storia. Mostra tutti i post

martedì 25 agosto 2009

Lipolandia addio!

Un saluto senza rimpianti al paese di Lipolandia luogo indefinito ma onnipresente, virtuale e ridente località senza confini geografici o sociali, sempre più affollata da un nutrito anzi permettetemi, un ipernutrito popolo del quale a suo tempo ho fatto parte e che ora rinnego con forza senza timore di essere additato come traditore.
In questa amena località i cittadini, di norma di costituzione robusta e con metabolismo lento, (come l'esemplare qui a sinistra) termini con i quali essi si riempiono la bocca quando non la hanno già impegnata in attività mangerecce (anzi i più bravi riescono a fare le due cose in contemporanea) si sentono spesso gonfi, mai grassi e terribilmente soggetti a gravissime forme di ritenzione idrica, pensate che in taluni casi questa fantasiosa patologia viene considerata responsabile di aumenti di peso nell'ordine dei dieci chilogrammi, in pratica se fosse vero saremmo davanti ad una composizione corporea pari a quella di una medusa. A Lipolandia si mangia bene, qualunque cosa, basta che sia più che abbondante... perchè se lavori devi mangiare!
A Lipolandia si beve bene, perchè il vino fa buon sangue, ma se di sangue ne abbiamo circa tre litri e mezzo... dove va tutta questa sovraproduzione?
A Lipolandia si parla di diete con estrema competenza, in modo da essere tutti promossi all'esame di teoria e dimostrare ai non residenti che l'essere deformi o quasi a causa del sovrappeso è una felice e consapevole scelta di vita modificabile in qualunque momento, quel momento che la maggior parte rimanda per tutta la vita. A Lipolandia chi fa attività sportiva non la fa come i comuni mortali, ma come i veri campioni del nulla, ovvero con costosissimi marchingegni venduti prevalentemente in tv, quelli che promettono di farti dimagrire senza faticare e vanno ad affollare cantine e ripostigli degli obesi.
A Lipolandia i migliori dietologi sulla piazza... sono di casa, così poi ci si scambiano le diete e non si capisce perchè non funzionano... colpa del dietologo, chiaramente!
A Lipolandia c'è pure chi aspetta che si sciolga il grasso grazie a fantomatiche pastiglie che mi auguro non contengano acido cloridrico!
C'è poi chi decide di fuggire, come l'esule qui sulla destra, abbandonare la valle delle scuse e partire per un lungo viaggio di cui gli eventuali interessati potranno trovare ampi reportage a questo link, e approdare, o come nel mio caso riapprodare in un mondo diverso e sicuramente migliore, sotto tutti i punti di vista, anche perchè a quel punto nessuno, neanche voi stessi potrete proibirvi occasionali incontri ravvicinati del terzo tipo con prelibatezze come quella che mi accompagna in questa memorabile giornata di mare in luogo irraggiungibile ai più!

martedì 31 marzo 2009

12 - Corsa mon amour, 40 chili dopo

Come da consuetudine, dopo un risultato soddisfacente, in questo caso addirittura un tris, aggiungo un episodio alla storia della mia fuga dalla corazza di lardo nella quale mi ero lasciato intrappolare, alla stregua di un novello Houdini. Nel post precedente (Signori si corre) raccontavo di come, arrivato ormai agli 80 Kg, quasi un figurino, la corsa fosse diventata ormai parte della quotidianità, anche se ancora vissuta come dovere. Il colpo di fulmine scoccò quando, insieme alle soddisfazioni dovute al peso ormai abbondantemente sotto le tre cifre, iniziai a distinguere il benefico effetto delle endorfine prodotte nello sforzo e a rendermi conto che, senza quella zavorra, potevo anche divertirmi. Arrivato all'ora di corsa, lo standard consigliato dai più come durata ottimale, iniziai a dedicarmi all'aumento progressivo della velocità e della durata. Il primo episodio di "follia" podistica avvenne per ispirazione da parte di una amica runner, che avendo assistito alla mia evoluzione, cercò di convincermi ad iscrivermi ad una mezza maratona, poichè secondo lei, visto il chilometraggio che percorrevo abitualmente, sarei stato in grado portarla a termine con tranquillità. Mi schermii dicendo che ero solo un ex ciccione con il solo obbiettivo di restare ex, ma ormai il tarlo si era insinuato nel cervelletto. Il giorno dopo, uscito per il solito giro, ed incurante dell'ora tarda, sul solito circuito misurato di 900 metri diedi vita alla mia prima corsa contro qualcosa che non fosse il peso in eccesso, una prestazione da criceto in gabbia, 24 giri rigorosamente in senso antiorario pari a circa 22 chilometri percorsi in poco meno di due ore. Si, forse fu proprio in quell'occasione che in me sbocciò il vero amore per la corsa, fu lo scoprire che potevo andare oltre, e fu da allora un continuo sperimentare, sino ad arrivare nel Giugno 2007 alla decisione di affrontare la mia prima gara ufficiale, la prima maratona ma questa è storia nota. Chiudo il cerchio di questa lunga e sofferta storia quindi, storia il cui lieto fine è scritto sull'asfalto o sulla terra che scorre sotto i piedi durante gli allenamenti e durante le gare, regalandomi quelle sensazioni a cui non non saprei mai più rinunciare. Lieto fine si, ma arrivato a costo di sacrifici, duri sacrifici, senza alcuna scorciatoia, e questa è la via da seguire, per cui se qualcuno con il mio stesso problema si trovasse a leggere queste righe e fosse seriamente intenzionato a cercare di porvi rimedio, inizi a buttare via il "libro delle scuse", poi potrà scegliere se fare da solo o farsi aiutare da chiunque, e per chiunque intendo persone qualificate, medici, dietologi, psicologi, non venditori di elisir miracolosi (per il venditore).
Ed ora per sdrammatizzare ed invogliare, ecco il classico finale:
PRIMA E DOPO LA CURA Eccomi PRIMA, anche se non al massimo splendore chilogrammetrico...

ed eccomi dopo aver sparso 40 Kg di lardo per le strade d'Italia.
Lunghe corse a tutti!

lunedì 8 dicembre 2008

11 - Signori...si corre!

Siamo all'undicesima puntata di questa faticosa storia, la dieta, intesa non più come privazione e sofferenza ma come un elementare insieme di buone abitudini alimentari fa ormai parte della mia vita, in modo rigoroso, ma non maniacale, ogni tanto mi permetto qualche piccola, piccolissima trasgressione, il cambiamento rispetto a prima consiste appunto nel fatto di sapere cosa sia una trasgressione e quanto valga in termini nutrizionali, il sistema adottato per valutarne la portata è molto semplice ed efficace: convertire le calorie dell'oggetto della trasgressione in chilometri necessari per bruciarle, e vi posso assicurare che in quel periodo il solo pensiero bastava a neutralizzare qualsiasi golosità! La corsa infatti era ancora per me una sorta di spauracchio terapeutico, piuttosto che un divertimento, ed è comprensibile, non c'è niente di entusiasmante nè per la mente nè tantomeno per le articolazioni, a portare in giro un fisico come quello di allora. La svolta nel mio approccio verso il running avvenne intorno al traguardo degli 80 chilogrammi, verso Giugno 2004, quando la raggiunta "leggerezza" rese meno gravose le uscite, a vantaggio della loro durata e della scioltezza del passo, sembrerà una fesseria ma una delle prime cose che notai con soddisfazione fu il diverso modo di "inzuppare" la maglietta col sudore al diminuire del peso, dapprima appariva una bella chiazza in zona pancia, la zona più prominente, ora invece iniziavo a sudare come le persone "normali". Anche a livello morale le soddisfazioni diedero una una bella spinta, i chili scendevano con continuità, l'ora di corsa costituiva ormai l'immancabile appuntamento quotidiano, mi capitò diverse volte di sorpassare in salita e senza fatica, sulla mitica pista-purgatorio alcuni di quegli individui che ai miei esordi mi avevano osservato con ironia, non sarà molto sportivo, ma quei rantoli emessi mentre cercavano di resistere al doppiaggio per me erano poesia... clicca per l'epilogo

domenica 2 novembre 2008

10 - Vado a Correre!

Nessun amore a prima vista per la corsa quindi, ma solo un rapporto strettamente utilitaristico, era una sera della prima settimana di Marzo 2004 quando, indossato il necessario, mi guardai allo specchio e dissi... Vado a correre, frase che poi ha invaso prepotentemente la quotidianità. I giorni precedenti erano stati spesi davanti al pc alla ricerca di tabelle, esperienze, consigli, il sito di Albanesi su tutti.
Mi recai dunque nella mia futura pista, un triste percorso rettangolare di circa 900 metri intorno ad un giardino pubblico, con i due lati lunghi di circa 300 metri in leggera pendenza, eletto dalla cittadinanza a luogo di espiazione dei peccati di gola, ricordo che in precedenza, quando ci passavo in auto al rientro dal lavoro e vedevo tutte quelle persone correre come disperati in circolo, lo paragonavo ad un girone dantesco, mancavano solo dei bei massi da spingere in salita con il petto, giusto per rendere l'esercizio più allenante.
Ed eccomi al debutto ai margini della società dei runners, due giri al passo per riscaldamento, corsetta, passo, altra corsa, ancora passo, altra corsa, totale cinque giri di pseudo corsa, fatica immane, ansimare canino, sudore a litri, ciccia che sballonzola cercando di sfuggire dalla pelle, qualche sguardo di compassione, risatine da parte di alcuni, tornando a casa l'umore non è dei migliori, è dura ma dentro di me cresce la rabbia e la determinazione.
L'appuntamento con il purgatorio entra a far parte del quotidiano, i giri di passo lasciano lentamente spazio alla pseudo corsa continua, non salto mai una seduta, nessuna scusa è ritenuta valida, è capitato di correre anche a tarda notte, sotto la pioggia, in perfetta solitudine, sentivo su di me gli sguardi perplessi dalle auto di passaggio, a volte qualcuno dai palazzi che contornavano la pista si affacciava richiamato dal rumore da martello pneumatico delle mie falcate, "non ti curar di loro ma guarda e passa", ed io passavo, ormai incurante di tutto, delle risate dei fighetti, dei bisbigli dei palestrati, del tempo, e di qualunque altra cosa si frapponesse tra me ed il mio obbiettivo.
Nell'arco di circa tre settimane arrivano le prime sensazioni positive, la pista sembra farsi più corta, la pendenza meno ripida, riesco a percorrere due giri di riscaldamento a passo leggero seguiti da altri otto leggermente più veloci, se di velocità si può parlare, ma soprattutto il peso inizia a scendere ad una velocità prodigiosa, tanto che decido di aumentare le calorie della dieta per evitare un dimagrimento troppo rapido.
Arrivo alla fine di marzo con un principio di infatuazione per la corsa, la bilancia che segna circa ottantacinque chili, e la possibilità di sfoggiare, in occasione del mio esordio come padrino di battesimo, un mio abito "d'epoca" taglia 50-52, sbalordendo così gran parte dei presenti che a causa del mio già citato ritiro dalla vita sociale mi rivedevano all'improvviso praticamente dimezzato.
In questa occasione ricevo in regalo "da mio figlioccio" un podometro con cardiofrequenzimetro e conteggio delle calorie consumate, questo sarà una pietra miliare del mio percorso di runner.
Frequentando quotidianamente il girone, inizio naturalmente a riconoscere e ad essere riconosciuto dai vari dannati, tra questi ce ne sono tre che sembrano non far parte dei peccatori, li vedo arrivare sempre insieme, corrono uno al fianco dell'altro, uno spilungone, l'altro un pò più basso, l'ultimo decisamente piccoletto, inanellano giri su giri chiaccherando allegramente poi spariscono per altre strade, ritornano madidi di sudore ma all'apparenza mai stanchi, ogni tanto li vedo scattare misteriosamente in salita con l'occhio al cronometro, oppure percorrere giri velocissimi ed altri quasi al mio passo, tre strani individui per me, tra i pochi dai quali però mi ero sempre sentito osservato con discrezione e rispetto, quasi ammirassero i miei modesti ma continui miglioramenti.
Sarà il loro spirito, il modo di correre, a far scattare in me il desiderio di migliorarmi, la sfida continua, oltre il peso, la fatica, il sudore, scoprirò qualche mese più tardi che quei tre erano persone un pò speciali, erano maratoneti, e questo basta...clicca per il seguito

venerdì 31 ottobre 2008

9 - Che fare?

Marzo 2004
La visita medica era stata una precauzione necessaria vista la lunga inattività e lo stato fisico, allo stesso modo era necessario intraprendere una qualsiasi attività che mi permettesse di continuare a dimagrire unitamente alla dieta, evitando nel contempo che il mio corpo, "svuotato" dai grassi, prendesse l'aspetto di un budino, riferito alla consistenza, non all'appetibilità.
Inoltre dopo una prima fase di calo abbastanza rapido (ma di questo ero a conoscenza) i chili erano sempre più duri da mandar giù, e da tempo avevo iniziato a documentarmi su quali sport fossero i più efficaci per il mio scopo. L'intenzione come ho già detto era quella di iscrivermi in una palestra di cui avevo sentito parlare molto bene, non il solito body building, ma ginnastica prepugilistica della serie sudore lacrime e poche chiacchiere, ma scoprii che nel frattempo a causa dell'inaspettato successo e della numerosa e "qualificata" frequentazione, la filosofia iniziale era stata rivoluzionata, ovvero sudore poco, niente lacrime e tante chiacchiere, insomma niente di utile alla mia causa.
Intanto dalle varie tabelle di "consumo calorico in base all'attività" che consultavo, la parola corsa, sempre al vertice, si insinuava insistentemente nei miei pensieri, facilitata dalla mia avversione per le piscine che in pratica eliminava l'unico concorrente valido: il nuoto.
La frequentazione di corsi in palestra o piscina inoltre presupponeva nella quasi totalità dei casi una certa rigidità di orari e giornate, il che avebbe potuto costituire un facile alibi per saltare diverse sedute, ed io non volevo darmi questa possibilità.
La corsa quindi si delineava come unica possibilità valida e praticabile in maniera indipendente.
Ero già in possesso di un bel paio di scarpe adatte allo scopo, un paio di Fila modello sconosciuto, non solo stabili, ma addirittura blindate, che si riveleranno efficacissime nel proteggere le povere articolazioni durante l'ingrato compito di portare a spasso l'ormai ex, anche se di poco, centochilista...clicca per il seguito

giovedì 30 ottobre 2008

8 - La prima visita medico-sportiva

Marzo 2004 Considerato lo stato fisico e il fatto di non praticare sport da tempo immemorabile, decisi di sottopormi ad una visita approfondita per agonisti, quindi immaginate i sorrisi di circostanza dell'imbecille di turno allo sportello che mi chiedeva quale attività dovessi praticare o avessi mai praticato, insistendo sul fatto che sarebbe bastato un semplice certificato rilasciato dal medico di famiglia, alla fine riuscii ad ottenere l'appuntamento. Un mattino di qualche giorno dopo indossata la mia tuta n-xl mi recai di buon mattino per sottopormi ai controlli di rito. Un obeso si abitua progressivamente al decadimento del proprio fisico, nello stesso modo col quale il guidatore di una vecchia vettura si adegua al deteriorarsi della stessa, adattandosi ai cambiamenti in peggio, considerandoli normali, i freni non vanno benissimo? Freno prima ed ecco che funzionano alla perfezione, così per l'obeso, stile di vita, abbigliamento, movimenti, a volte anche le compagnie, tutto è adattato alla propria condizione in modo da mimetizzarla, da farla sembrare normale. Nonostante la consapevolezza (allora presunta) del mio stato, mi presentai alla visita convinto che sarebbe stata una formalità, giusto un controllino. Un breve colloquio con il medico, altezza, peso, (nessun commento), spirometria, tutto ok, l'assistente mi invita a sdraiarmi sul lettino per applicare gli elettrodi ed effettuare l' ecg a riposo, dopodichè via sulla cyclette con ergometro per la prova sotto sforzo. Inizio a pedalare, mi spiegano che cadenza tenere, nessun problema penso, continuo, il dottore davanti a me, sulla scrivania apre un quotidiano. Il tempo passa e non riesco a capire se sia uno scherzo, i pedali si fanno sempre più duri, grondo sudore in maniera indecente, il respiro affannoso, mi aspetto che da un momento all'altro il dottore si alzi in piedi ed indicandomi mi dica... LEI E' UNA MERDACCIA!! Arrivo alla fine della prova praticamente sfatto, a pensarci ora mi sembra incredibile, e.c.g. a riposo ed infine sentenza del Dottor De Sade: tutto a posto a parte questo diciamo "leggero" sovrappeso, che attività intende praticare? Avrei intenzione di fare ginnastica pre-pugilistica, rispondo, e forse inizierò a correre; bene, ci vada piano, dice lui. Esco dall'ambulatorio contento del fatto di essere "idoneo", ma forse per la prima volta mi rendo veramente conto di come son ridotto a livello fisico...clicca per il seguito

giovedì 12 giugno 2008

7 - La Dieta, lotta su tutti i fronti

Ho tralasciato per parecchio tempo questa sezione del blog, ma voglio assolutamente completarla per dare un senso a tutto questo. Siamo ancora ai primi di Novembre del 2003, la guerra è iniziata, il frigo è stracolmo di verdure e ortaggi forniti dallo sponsor ufficiale cognato nonchè compare B, petti di pollo e carni magre, frutta, tutto il superfluo è stato eliminato, inizio a mettere in atto tutto ciò che ho descritto nei punti precedenti, uccido la fame con bietole e carote ed i primi e sempre facili risultati non tardano a vedersi, ma non è tempo di facili entusiasmi, arriva il periodo Natalizio dei grandi raduni e delle grandi abbuffate, mi concedo il pranzo di Natale ed il cenone di Capodanno con varie trasgressioni, ma senza mai abbuffarmi, una dura prova che passo vittoriosamente, arrivando al giro di boa dell' epifania senza calare ulteriormente ma anche senza metter su chili, sempre a giudicare dall'abbigliamento, ancora non son salito sulla bilancia. Gennaio 2004 vede il protrarsi della lotta, aumento la durata delle camminate mentre ora oltre alla fame devo iniziare a combattere con i nutrizionisti dell'ultima ora, che, spesso forniti essi stessi di riserve lipidiche sufficienti sino al 2030, si affannano a mettermi in guardia sui pericoli della dieta. Arriva Febbraio, ora lo specchio aiuta a sopportare fame e privazioni, verso la fine del mese tiro fuori dall'armadio un paio di jeans che mi erano stati regalati mentre volavo veloce oltre il quintale, mai indossati, taglia 56, ricordo che all'epoca, quando li provai, non riuscii a tirarli su oltre metà coscia. Non riesco a descrivere la soddisfazione di quando una volta infilate le gambe, li tirai su senza fatica, abbottonandoli senza far concorrenza a Pellizzaro, beh certo l'aspetto era ancora da omino Michelin, ma è stata quella che considero la prima battaglia vinta. Con quei pantaloni indosso salii sulla bilancia: novantatre chilogrammi. Il muro del quintale era abbattuto, entusiasta ma più che mai realista, uscii da casa e andai direttamente a prendere l'appuntamento per la visita medico sportiva, chiaramente a piedi, dall'altra parte della città, l'idea all'epoca era quella di iscrivermi in una palestra molto in voga nella quale si faceva ginnastica a corpo libero per la preparazione alla boxe, cosa alla quale rinuciai una volta visto l'ambiente poco accogliente con chi voleva faticare sul serio... clicca per il seguito

lunedì 2 giugno 2008

6 - La dieta, fronte motorio

Dieta e movimento, dieta e movimento!! Ma quando devi muovere 120 chili di bontà senza olio di oliva (un tonno terrestre) i problemi non sono pochi. Come ho già detto le articolazioni, in particolare ginocchia e caviglie, sollecitate dallo zaino carico di lardo che mi ero costretto a portare sulle spalle, non invitavano certo alla ginnastica artistica, il tutto doveva esser fatto per gradi, però qualcosa doveva essere fatto. L'ideale sarebbe stata l'iscrizione in una palestra, ma a parte che non so che sport avrei potuto fare in quelle condizioni, all'inizio volevo essere io a gestire la cosa, inoltre ritengo che nella maggior parte delle palestre (opinione personale) non vi sia un grande entusiasmo per le iscrizioni oversize. Per prima cosa abolii gli spostamenti in auto per distanze al di sotto dei due chilometri, questo significò ritagliare nella quotidianità la media di una mezzoretta di cammino, non molto, ma già qualcosa. Di seguito presi a far la spesa al supermercato rigorosamente a piedi (circa 800 metri da casa) con ritorno in sovraccarico (oltre la mia zavorra), se necessario frazionavo la spesa e affrontavo più volte il percorso. L'uso dell'ascensore (5 piani) permesso solo per la discesa, in modo da preservare le ginocchia, salita rigorosamente a piedi. Se dovevo vedere qualcuno per un caffè fuori casa, sceglievo il locale più lontano da casa, e ci andavo a piedi. In definitiva tutte le occasioni in cui erano necessari spostamenti umanamente sostenibili, venivano regolarmente tramutate in attività fisica di base...clicca per il seguito

domenica 1 giugno 2008

5 - La dieta, fronte sociale

"Smettere di fumare è facilissimo, io l'ho fatto centinaia di volte"
(Mark Twain)
Massima applicabilissima anche alle diete, inutile dire quanti buoni intenti naufragano miseramente davanti a tavole ben imbandite, happy hour, matrimoni e simili, frigoriferi pieni di cose che non dovrebbero esserci, semplici uscite con amici, o serate noiose sul divano a guardare la tv. Penso che la forza di volontà sia il fattore determinante nella riuscita di una dieta, per ottenere risultati, è inutile nasconderlo, bisogna soffrire, più a livello mentale che fisico, il fisico se la dieta è ben calibrata, regge senza problemi.
Per evitare pericolose "ricadute" decisi quindi di impormi una discipina ferrea anche riguardo certe frequentazioni pericolose anche se ciò mi portò per diverso tempo ad una vita "leggermente" da asociale.
Questa disciplina colpì per prima cosa i pranzi della Domenica dalla suocera, mitici banchetti a famiglia riunita (minimo 15 persone) dove di norma erano presenti esclusivamente piatti con potere calorico a 4 cifre, abbondantemente innaffiati, oserei dire allagati da buon vino e digestivi vari.
Citazione particolare merita (in senso ironico) quella che chiamerò in codice la cognata G, cuoca speciale nonchè creatrice della porzione doppia standard e addetta al bis semi-coercitivo.
In pratica il taglio delle frequentazioni riguardò tutte le occasioni che percepivo come un pericolo per la volontà ancora fragile davanti alla durezza dell'impresa che mi ero prefissato, cene con amici, aperitivi, tutto ridotto al lumicino, consumazioni al bar ridotte al solo caffè.
Una fase di semi isolamento durata in pratica sino a quando non mi resi conto di saper gestire in sicurezza eventi del genere, ossia poter partecipare ad un pranzo o cena che fosse, essendo in grado di mangiare solo ed esclusivamente ciò che volevo e soprattutto dovevo e potevo, indifferente al canto delle sirene delle gustosissime calorie in eccesso.
La capacità di gestire questi eventi è figlia della consapevolezza e della forza di volontà, difficile da acquisire e ancor più difficile da mantenere, ancora oggi ogni tanto corro il rischio di "mollare gli ormeggi" ma per fortuna mi fermo in tempo prima di andare alla deriva, e questo lo devo principalmente alla passione per la corsa...clicca per il seguito

giovedì 29 maggio 2008

4 - La dieta, fronte alimentare.

Una volta calcolato il fabbisogno calorico tra metabolismo e attività lavorativa, e decisa la riduzione media giornaliera tale da portare il bilancio in passivo, il problema dei "tagli" si presentò in tutta la sua drammaticità, mentre ossservavo i vari dati mi sembrava di dover far quadrare il bilancio dello stato, per cui capii che se volevo ottenere dei risultati apprezzabili avrei dovuto optare per una classica "finanziaria lacrime e sangue".

Dunque per prima cosa, i tagli:

  • ogni bevanda "voluttuaria" viene rimossa dal bilancio, eliminazione totale di aperitivi, digestivi, vino, birra e di qualsiasi bibita con numero di calorie superiore all'acqua, caffè rigorosamente senza zucchero;
  • dolci banditi totalmente;

questo fu il minimo, non essendo un goloso di dolci (per fortuna, altrimenti avrei sforato i 150 Kg) la rinuncia non pesò più di tanto, mentre per le bibite il problema riguardò più "il fronte sociale"

ancora (sigh!) :

  • abolizione totale di tutti i cibi particolarmente conditi ed elaborati, categoria che comprende in pratica ogni bontà divina!;
  • riduzione drammatica delle quantità di pane e pasta;
  • olio centellinato;

è cosa nota a tutti che per ottenere il famigerato "senso di sazietà" le verdure o comunque gli alimenti ricchi di fibre sono di grosso aiuto, beh in quel periodo io mi trasformai in un ruminante, ingurgitando quantità industriali di verdure, il mio snack, in luogo di frutta secca, crackers o patatine, venne sostituito da carote, ne mangiai talmente tante che ebbi paura di prendere le sembianze di Bunny. In questo modo gettai le basi per eliminare il mio odiato gemello siamese lipidico, ma fu solo il primo passo...clicca per il seguito

mercoledì 28 maggio 2008

3 - La dieta, premessa.

Beh, una volta appurato che il mio fisico si trovava nelle condizioni opposte a quelle del mio conto corrente, ovvero molte entrate, poche uscite, saldo stratosferico, si trattava di studiare la strategia adatta per porre fine a questo "sbilanciamento". Con ginocchio sx e caviglie che scricchiolavano sinistramente e peso in ascesa, di attività sportiva neanche a parlarne, quindi aggressione brutale alle abitudini alimentari sbagliate, in quantità e qualità, e qui apro una piccola parentesi. Molti riterranno un errore o perlomeno un azzardo il fatto che io non abbia consultato un dietologo, ho passato mesi a reperire informazioni dalla rete, sui libri, da riviste, evitando di cadere nelle trappole di prodotti miracolosi o diete senza sacrifici, e tutto sommato ritengo di aver fatto bene, come donatore di sangue, quindi con analisi sempre monitorate ero al corrente del fatto che i soli valori fuori range erano quelli influenzati dal cibo. Questo non vuole essere chiaramente un invito a rinunciare a quello che potrebbe rivelarsi un aiuto prezioso, per questo motivo non entrerò mai nei dettagli riguardo calcolo delle calorie o altri dettagli prettamente medici. Quindi la decisione è presa, il problema è chiaro, resta da adottare la strategia opportuna, solitamente le diete si iniziano di Lunedì di non si sa mai quale settimana, oppure dopo le feste, la mia è iniziata in un giorno qualsiasi, a ridosso delle festività natalizie, giusto per rendermi le cose più semplici... Ma basta comizi, è ora di agire ed organizzare. L'idea, rivelatasi poi vincente, prevedeva una aspra battaglia su tre fronti: alimentare; sociale; motorio... clicca per il seguito

domenica 25 maggio 2008

2 - Consapevolezza

Penso che tutti coloro che sono sovrappeso sappiano esattamente il motivo, certo ci possono essere casi di "ignoranza alimentare" che magari portano alla creazione di fallimentari diete fai da te, come la mia mitica light a base di insalata abbondantemente condita con olio, mozzarella e formaggi vari! Ma per rimediare a ciò, è sufficiente procurarsi una tabella delle calorie e composizione degli alimenti, leggerla con attenzione e tenerla a mente quando si cucina, ma soprattutto quando si è a tavola, per rendersi conto di certi errori madornali. Quindi, a parte rari casi (rispetto alla massa degli obesi) di disfunzioni ormonali o altre gravi patologie, le cause si riducono a cattiva alimentazione e poco movimento, in proporzione variabile a piacere! Potrebbe sembrare un ragionamento riduttivo e semplicistico ma non è certo scaturito dalla mente di una persona estranea al problema, il primo passo per iniziare la battaglia deve essere quello di prendere coscienza degli errori e di organizzarsi mentalmente (cosa più dura) e fisicamente, per porvi rimedio... clicca per il seguito

sabato 24 maggio 2008

1 - La decisione

Era il mese di Novembre del 2003, 38 anni di età, l'ultima pesata risalente a un paio di mesi aveva marcato 115 Kg per 1,76 di altezza, ma a oltre ai preavvisi di cedimento strutturale delle articolazioni, la scarsa comodità della taglia 58-60 segnalava che anche i 115 si avviavano a diventare un ricordo.
Alimentazione sbagliata e disordinata, sedentarietà, mi avevano portato in pochi anni dagli abituali 75 Kg allo sfascio totale, tanto da pensare fosse impossibile tornare indietro.
Ma in quel giorno di novembre, mentre faticosamente chiudevo la lampo dei pantaloni, presi con me stesso la decisione irrevocabile che sarei tornato ad essere come prima, ci avevo tentato altre volte chiaramente, ero sceso sino agli 80 Kg solo con la dieta, ma quegli 80 avevano fatto da trampolino di lancio per il superamento del quintale.
Non saprò mai quale sia stato il peso massimo raggiunto, poichè iniziai a tenere sotto controllo il peso solo una volta rientrato sia pur a fatica nella taglia 56, ma a sensazione ritengo di aver raggiunto i 120 abbondanti... Clicca per il seguito